La Riabilitazione su base comunitaria, in inglese Community based rehabilitation (Cbr) è una strategia di riabilitazione attuata attraverso l’insieme degli sforzi delle stesse persone disabili, delle loro famiglie, dei servizi sanitari, educativi, sociali e professionali. Il fisioterapista che lavora in un progetto di Cbr deve perdere la visione settoriale della persona, che caratterizza la nostra medicina, per arricchirsi di una visione più globale che comprenda il contesto nella sua globalità e complessità. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Serena Pizzato, fisioterapista e Presidente nazionale di Fisioterapisti senza frontiere.
Dott.ssa Pizzato, chi sono i Fisioterapisti senza Frontiere?
Grazie ad alcuni fisioterapisti italiani nel gennaio 1997 nasce il gruppo fisioterapisti senza frontiere con lo scopo di promuovere la solidarietà la cooperazione e la riabilitazione, sia in Italia che all’estero. I fisioterapisti che lo costituiscono per la maggior parte hanno esperienza diretta di lavoro nei paesi a basso reddito, alcuni invece sono interessati alle tematiche della cooperazione internazionale e ai vari contesti riabilitativi che essa offre. Il nostro gruppo da 15 anni promuove il confronto e lo scambio culturale fra i fisioterapisti che lavorano nei paesi a basso reddito.
Che tipo di attività svolgete?
Portiamo avanti molteplici attività: creando specifici corsi formativi per la riabilitazione nella cooperazione, organizzando convegni e seminari nazionali, rispondendo alle molteplici richieste di informazioni da parte dei colleghi, realizzando il premio miglior tesi nei paesi a basso reddito per gli allievi del corso di laurea in fisioterapia, creando un sito internet e una newsletter con più di 900 iscritti. Negli anni hanno partecipato più di 550 persone alla nostra formazione, e grazie alla tenacia di alcuni del nostro gruppo, e alla collaborazione con varie Ong siamo riusciti a realizzare in due occasioni anche formazione sul campo in Albania e in Tanzania. Il nostro operato segue le linee guida dell’Oms e privilegia, nei paesi a basso reddito, gli interventi di educazione sanitaria e i progetti formativi in ambito riabilitativo.
Come è cambiato lo scenario della cooperazione internazionale?
In questi 15 anni lo scenario della cooperazione internazionale è molto cambiato, le varie Ong hanno meno fondi a disposizione, i progetti di emergenza catalizzano la maggior parte delle donazioni e quindi per i progetti riabilitativi c’è stata una drastica riduzione degli investimenti. Questo ha fatto si che da una parte, ci sia meno richiesta di personale per le Ong, ma dall’altra, sono aumentate le occasioni di aiuto informale, ovvero veniamo contattati da associazioni, piccole Ong, o anche missionari che ci chiedono una mano.I più illuminati ci chiedono un aiuto per organizzare un servizio riabilitativo o per capire come potrebbe svilupparsi, altri ci contattano per avere dei volontari che vadano a prestare servizio presso le loro strutture. Noi cerchiamo di offrire a tutti gli interlocutori la nostra professionalità e collaborazione.
Che cosa è la Cbr?
La Cbr è una strategia di riabilitazione raccomandata dall’Oms fin dal 1994, essa viene attuata attraverso l’insieme degli sforzi delle stesse persone disabili delle loro famiglie dei servizi sanitari, educativi, sociali e professionali. Il fisioterapista che lavora in un progetto di Cbr deve fare lo sforzo di perdere la visione settoriale della persona, che caratterizza la nostra medicina, per arricchirsi di una visione più globale che comprende non solo la parte deficitaria della persona ma molto di più, ovvero la persona nella sua interezza, quindi il nostro sforzo riabilitativo dovrà mirare a migliorare l’aspetto medico ma anche sociale (scuola, lavoro, partecipazione in famiglia ecc.) Per far questo nella Cbr il fisioterapista non lavora mai da solo ma entra a far parte di un’organizzazione ben specifica che, partendo dalla comunità dove è inserita la persona disabile, attiva un processo riabilitativo globale.
A CURA DEL CENTRO DI RIABILITAZIONE DEI PADRI TRINITARI DI VENOSA
di Claudio Ciavatta