Cosa serve per partire ?
è la domanda che più spesso riceviamo. Non esiste una risposta corretta, ma cerchiamo quantomeno di riportare quella che è la nostra esperienza.
Muoversi in autonomia alla ricerca dei diversi progetti, iniziando con l’iscriversi alla nostra newsletter per ricevere le richieste che ci arrivano da parte delle ONG, ma soprattutto cercando personalmente in internet, guardandosi attorno nella propria comunità, provincia, regione in cui potrebbero operare piccole associazioni o missioni che non hanno grande visibilità ma con cui potrebbe essere più facile partire.
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Parliamo ora di requisiti. Ogni associazione ed ONG ha i propri ed anche un livello di priorità tra di loro che dipenderanno dall’oggetto della collaborazione (lavoro in strutture ospedaliere, nella comunità, formazione al personale locale …). I requisiti non sono importanti per passare una selezione e partire, ma per vivere appieno e con efficienza il periodo che si presterà all’interno del progetto. Tra quelli più importanti:
Conoscenza della materia specifica
Lavorare con il bambino piuttosto che con l’adulto, con le patologie neurologiche piuttosto che ortopediche o con patologie specifiche, cambia radicalmente il lavoro in loco e chiaramente tocca ambiti professionali così diversi che potremmo non conoscere tanto bene da riuscire ad insegnare ad altri..
E’ fondamentale conoscere la lingua comune parlata tra i diversi attori del progetto, meglio poi apprendere per quanto possibile in alcuni contesti la lingua parlata dalla popolazione. Dalla conoscenza della lingua dipende in larga misura l’efficacia di un intervento formativo, l’interazione con i malati, la comprensione delle dinamiche culturali, di vita, relazionali.
La lingua parlata nel Paese in cui ha sede il Progetto
Capacità di lavorare in gruppo
Sorriso e disponibilità alla scambio, alla condivisione delle idee, l’accettazione della critica, del pensiero diverso dal nostro, la capacità di non creare tensioni all’interno del gruppo di lavoro instaurando un clima che sia proficuo per il lavoro che si propone il progetto.
Dormire per terra, vivere in condizioni igieniche precarie, lavorare senza tutto il materiale che servirebbe sono alcune delle situazioni in cui si può incorrere lavorando nei progetti. La capacità di viverle con il sorriso e senza creare ulteriori bisogni o problemi all’interno del progetto è un requisito fondamentale. Plasmare se stessi alla realtà locale significa adattarsi ad ambienti e tempi a cui non siamo abituati. Non dobbiamo invece incorrere nell’errore contrario ovvero cercare cambiamenti in comportamenti locali consolidati, aumentare in maniera forzata ritmi di lavoro perché abbiamo poco tempo.
Luoghi e tempi non si devono adattare a noi.
Adattamento alla situazione locale, ai ritmi di lavoro, al cibo
Disponibilità di tempo
Dipende dalle richieste specifiche dei diversi progetti, ma avere una disponibilità di tempo alta, quindi poter permanere all’interno del progetto per molti mesi fino a qualche anno permette di potersi proporre in molti più progetti. Altro aspetto a volte determinante è la disponibilità a partire in tempi brevi, specie nei progetti in cui c’è un bando in scadenza o quelli seguenti ad esempio calamità naturali o a guerre.
I progetti sull’aspetto economico variano molto. A volte è un valore fisso ma più spesso dipende da alcuni fattori. Alcune ONG calcolano la retribuzione unendo ad una base retributiva, una diaria parametrata al costo della vita nel Paese in cui ha sede il progetto ed un eventuale voce aggiuntiva da concordare con il fisioterapista nel caso ci siano spese che dovrà sostenere in sua assenza (es. mutui da pagare, rette scolastiche ecc.). Altre volte sono previsti solo il viaggio, il vitto e l’alloggio. In altri casi ancora potrebbe non esserci alcuna risorsa economica. Considerando quindi la variabilità delle situazioni, il consiglio per chi vuole partire senza avere avuto esperienze precedenti è quello di partecipare ai progetti come volontario (non retribuito) o avere richieste economiche minime al fine di facilitare le piccole associazioni che spesso hanno scarsità di fondi.
Richieste economiche
Esperienza.
in alcuni progetti è specificamente richiesta un’esperienza di lavoro ospedaliera in Italia per un certo numero di anni, in particolare per quei progetti che prevedono il lavoro in un ospedale nel PVS. Avere avuto esperienze di partecipazione ad altri progetti aiuterà sicuramente nel percorso di ricerca e nel venire scelti per partire. L’aver avuto già esperienze sottintende il già avvenuto impatto con il mondo della cooperazione e con il lavoro e la permanenza in contesti culturali differenti. Dipenderà poi anche dalla rilevanza dell’esperienza, quindi dalla durata, dal luogo, dal lavoro svolto.
Una lista di associazioni e ONG che hanno il fisioterapista tra le loro figure professionali:
Se avete partecipato a progetti con altre associazioni o ne conoscete, potete contribuire inviandoci il link in maniera da aumentarne la visibilità.