Calcutta

Calcutta

Calcutta

Ft.: Gianfranco Trevisan

 

Il mio è stato proprio un desiderio che dopo tanti anni si è avverato…
Mi chiamo Gianfranco, per tre volte volontario a Calcutta; ho 41 anni e di professione sono Fisioterapista in un ospedale della provincia di Padova.
Tutto è nato tanti anni fa dopo aver reincontrato una collega di Milano rientrata all’epoca da un viaggio alternativo proprio a Calcutta presso le Missionarie della Carità. Quella chiacchierata fu interessantissima tanto da rimanere impressa nella mia memoria e non solo…
Dopo anni ce l’ho fatta e a fine gennaio 2007 son partito. Dopo una minima pianificazione e una certa sicurezza acquisita da altre esperienze di viaggio “zaino in spalla”, mi son sentito di partire da solo con quattro settimane (di ferie) a disposizione.
Nel febbraio 2008 ci son ritornato,2009 ancora e probabilmente 2010ci tornerò ancora…
Calcutta…..è una città che non si dimentica, il caos ti travolge, i taxisti con i loro vecchi taxi gialli sono lì ad aspettarti anticipando loro la tua destinazione: Sudder street, la zona economica di Calcutta, la via delle numerose guest-house dove alloggiano la maggior parte dei volontari….

Il mio secondo viaggio iniziò avventurosamente! Arrivai tardi di notte, cercai un posto per dormire ma era tutto pieno…, full dicevano. Allora mi accontentai di “dormire” per terra nel piccolo cortile del “Maria” sotto le stelle assieme ad altri volontari che come me non avevano trovato un posto libero…tra i rumori dei corvi, gatti, cani, taxi, qualche topo… non vedevo l’ora che arrivasse mattina e alle 5.30 decisi di andare alla messa nella sede principale delle Missionarie della Carità, Mother’s house, dove c’è anche la tomba di Madre Teresa.
Qui si respira un’aria di semplicità, umiltà e accoglienza. Entro le 6 la semplice Chiesa si riempie di persone, suore e volontari ma anche indiani del posto. Dopo la messa tutti i volontari si riuniscono nella sala per la colazione e poi ci si prepara per partire a piedi o con i mezzi pubblici (così voleva Madre Teresa) verso la destinazione scelta.

Daya Dan è la sede dove ho fatto l’esperienza più forte e significativa. Qui sono ospitati bambini e adolescenti con disabilità fisiche più o meno gravi…
Dopo aver tolto i sandali, ci si mette un grembiule colorato e gli operatori che vi lavorano ti coinvolgono subito nelle numerose attività da fare: abbassare le sponde dei piccoli letti di ferro, svestire i bambini per lavarli sopra un letto coperto da un telo cerato, rivestirli con abiti puliti donati da qualcuno che è passato di là, rifare i letti…Poi nel grande terrazzo di sopra si lavano a mano i vestitini ed entro la mattinata la terrazza si riempie di centinaia di vestiti che il sole asciugherà..
Nel frattempo i bambini vengono portati nella sala per le attività di riabilitazione dove si può aiutare o stare semplicemente accanto donando sorrisi e carezze.
I volontari sono ben accolti e non ce ne sono mai abbastanza considerando il grande bisogno di questi dolci bambini senza una famiglia, di avere costanti cure, delicatezza, amore, pazienza e calore…
Così la mattinata scorre veloce nell’intensità delle emozioni per poi ritrovarsi con gli altri volontari e continuare il cammino condividendo i racconti di quanto vissuto; la sera per Sudder Street è un continuo incontro, ci si rivede per strada, all’internet point, nei locali…dove si consuma un pasto in compagnia.
Il volontario che parte solo, qui a Calcutta non è mai solo. Se non trovi il gruppo di italiani e non ti destreggi con l’inglese è facile trovare gli spagnoli, i francesi, in qualche modo ci si capisce; e devo dire che anche assieme a loro il tempo è piacevole anche se la giornata del volontario è lunga e impegnativa.
Ritengo sia una cosa impotrante quando non si ha tanto tempo a disposizione e le idee non son “così” chiare; quest’esperienza diventa perciò più fattibile di molte altre; l’organizzazione è buona poi…ci sarà sempre qualcosa da dire sul da fare…Le suore ti danno solo la colazione e i vari spuntini di metà giornata. Il vitto e l’alloggio sono a carico del volontario ; per dormire si possono spendere dai 4 euro in su ( su guest house molto spartane…) per mangiare basta un euro! Non servono vaccini consigliato quello contro l’epatite alimentare Se volete un ulteriore parere di un esperto contattate il Lino (linoluisa@hotmail.it) che da dieci anni ogni inizio anno parte, e si porta dietro sempre qualcuno! Per altri chiarimenti scrivete mi son fatto 3 bei diari di viaggio.

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