Esperienza in Tanzania
Ft.: Ricardo De Dominicis
La differenza che ho trovato a distanza di tre anni ripercorrendo i stessi luoghi e le stesse missioni sono state per lo meno tre.
La prima la più evidente è stata lo sviluppo spropositato della diffusione della telefonia mobile con 4 gestori quasi tutti americani ed inglesi. Gli unici cartelloni pubblicitari che si trovavano lungo le strade erano i loro. Tali cartelloni pubblicitari inneggiavano a una vita parallela non reale in un paese in cui la vita ha tutto un altro significato e valore e dove la tecnologia comune a noi occidentali non è la necessità primaria. Quindi sicuramente l’utilità di tale tecnologia sta portando miglioramenti a livello di comunicazione in zone disperse dove è veramente difficile comunicare con qualsiasi essere umano ma è tant’altro vero che vedere in Tanzania un paese del sud dell’africa dove manca tutto e soprattutto mancano i servizi essenziali per vivere e sopravvivere mi ha reso sorpreso e meravigliato e mi ha fatto capire una cosa che già avevo compreso ovvero che il dio denaro rende gli uomini ingordi.
La seconda è stata sicuramente piacevole, vedere lo sviluppo e la partecipazione nella vita locale e rurale di Ong, Onlus e di grossi ospedali italiani come ad esempio l’Ospedale Bambino Gesù di Roma, accrescere la loro presenza con collaborazione professionale e donazione di laboratori e strumenti tecnici. Tali organizzazioni stanno portando avanti progetti importanti e duraturi nel tempo quindi fanno ben sperare per un futuro migliore almeno in campo medico e clinico.
La terza sicuramente anche essa piacevole, vedere che le nuove generazioni Tanzaniane cominciano grazie alla formazione professionale e alla voglia di conoscere e studiare a comprendere che la loro tradizione tribale e locale può anche convivere con altre forme di culture e civiltà, ma per questo ci vorranno ancora molti decenni di duro lavoro e impegno.
La mia esperienza è stata molto complessa a differenza di tre anni fa perché ho dovuto ricoprire ruoli di dirigenza e di organizzazione all’interno dell’Ospedale San Gaspar sito in Itigi nel reparto di medicina fisica e riabilitativa. La mia unica collega Marianna donna sicuramente unica e intelligente era in dolce attesa e quindi non ha potuto aiutarmi molto anzi ho dovuto aiutarla io prima e dopo il parto. Ho dovuto con piacere preparare intere relazioni su dei nuovi macchinari elettromedicali riabilitativi donati dall’Italia con tutte le indicazioni e controindicazioni effetti ed dosaggi e tempi di applicazione di ogni singolo macchinari e inoltre fare tre meeting a tutti i medici e paramedici dell’Ospedale per presentarli e discuterli insieme, ovviamente tutto in inglese.
Il lavoro pratico all’interno della struttura ospedaliera è stato molto formativo come tre anni fa dove ho trovato e trattato patologie da noi ormai quasi scomparse e comunque in già in uno stato avanzato della malattia come ad esempio:tbc, ,malaria neurologica, osteomalacia, pluti-fratture traumatiche, intossicazioni da erbe magiche (date da sciamani locali) paralisi neonata li, displasia delle anche mai curate in precedenza, cecità infantile, malnutrizione, aids materno-infantile ed ecc..
Un grosso bagaglio culturale ed personale che mi porterò dovunque lungo la strada della mia vita.
Andavamo ogni sabato mattina nei villaggi limitrofi all’ospedale insieme a tre ostetriche ha fare prevenzione e controllo su mamme in stato interessante e i loro figli, dando vitamine e antimalarici a chi occorreva, facendo valutazioni di parto a donne incinta e pesando per il controllo mensile i bambini verificando il peso e vari aspetti clinici.
Il tutto all’interno di scuole site in villaggi degni del nome di strutture africane.
Un punto fondamentale della mia esperienza in Tanzania è stato il trattamento riabilitativo di una bambina di circa tre anni (circa perché l’anagrafe in Tanzania non esiste) di nome Naomi.
Ora vi racconto la storia, Naomi una bambina di una simpatia unica ed coinvolgente circa 5 mesi fa era venuta in ospedale per la frattura composta del piede destro da un villaggio non molto distante, accompagnata da sua zia, effettuato il gesso al piede destro lei e la sua zia stavano riandando a casa ma la sfortuna volle che mentre stavano attraversando le rotaglie dell’unico treno che passa per Itigi ovviamente senza alcuna protezione e avviso sonoro nel bel mezzo della notte, il treno le ha investite, la tragedia si è compiuta. La zia una ragazza di 28 anni che si doveva sposare la settimana dopo per proteggere sua nipote dal terribile impatto e usando il suo corpo come scudo ha perso tutte e due le gambe con amputazione al di sopra dei ginocchi e Naomi che per fortuna aveva il gesso che a sua volta l’ha protetta ha perso il piede destro ma non l’articolazione tibio-tarsica.
Essendo che si trovavano ancora a Itigi sono state entrambe soccorse e solo grazie al medico chirurgo dell’ospedale di nome Salis un uomo di una professionalità e capacità unica il quale è riuscito a salvare l’articolazione della bambina.
Io trovandomi in tale situazione ho usato tutta la parte dello elettromedicale a disposizione e tutte le tecniche fisioterapiche e osteopatiche a me conosciute con un enorme risultato. Ma non soddisfatto pienamente, non del mio lavoro ma della differenza di circa 5 cm della gamba amputata e visto che è loro abitudine camminare a piedi nudi, Naomi ogni volta che appoggiava terra il piede aveva ovviamente dolore. Preso atto di ciò in collaborazione che il medico chirurgo Salis abbiamo inventato ed ideato un’artro-protesi per il piede destro usando una garza da gesso cucita all’estremità inferiore, una spugna ricavata delle dimensioni del moncone del piede e cucendo due strappi che bloccavano all’articolazione tibio-tarsica. Naomi una volta fatta esercitare sulle parallele cominciò a correre libera e felice per tutto l’ospedale e riuscì a tornare a casa dalla sua famiglia pur tornando a fare i controlli mensilmente.Che soddisfazione.
Ecco questa è stata la mia esperienza in Africa Tanzania Ospedale San Gaspar di Itigi dove la natura regna soprana e dove i colori si confondono con le persone. L’africa e soprattutto gli africani sono persone di una semplicità e di una onesta forse unica ma di certo vero.
Ringrazio il mio dio e la mia anima per la fortuna a me dedicata e donata per aver conosciuto voi popolo della terra voi amici mie di viaggio e di credere che ogni giorno sia veramente importante perché la vita ha la sua importanza. Combattere non vincere andare avanti mai voltarsi amare senza chiedere niente credere che alla fine che è solo un attimo veramente. Rendere la magia di un raggio di sole un arcobaleno.
Per chi vuole sapere di più di questa mia esperienza e di altre mi può contattare all’indirizzo ad inizio pagina
Un ringraziamento sentito e sincero va al mio collega ed amico Dott. Giusta Gregari per la sua disponibilità alla divulgazione di tale articolo.